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MATTHEW SHIPP

Nu Bop (2002) (5.5/10)

Matthew Shipp e' uno degli agitatori della scena downtown jazz di New York.

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Nu Bop Thirsty Ear, 2002

Il pianista Matthew Shipp, quest'anno protagonista dei felici album di DJ Spooky ("Optometry") e Spring Heel Jack ("Amassed"), e' riuscito anche a trovare il tempo di dare un contributo a proprio nome alla Blue Series della Thirsty Ear.

Il tema della Blue Series e' quello di effettuare delle riflessioni musicali sul jazz allargandone i confini (e puntando a uno spettro piu' ampio di ascoltatori), da cui gli accostamenti tra artisti provenienti dall'elettronica e jazzisti d'avanguardia.

"Nu Bop" che, a dispetto del titolo, con il be bop c'entra poco, vede un ensemble guidato da Shipp (con i fidi Parker e Brown alla ritmica e Daniel Carter ai fiati) lavorare sopra alle basi elettroniche di FLAM.

Le basi erano preregistrate, pertanto il quartetto e' entrato in studio "costringendosi" ad improvvisare su di esse. Il risultato finale e' infatti interlocutorio, non all'altezza dei dischi in cui Shipp e' soltanto collaboratore.
Si alternano momenti affascinanti, come l'iniziale "Space Shipp", con i tipici accordi sincopati di Shipp in controtempo rispetto all'elettronica, o "D's Choice ", dove il ruvido lirismo del pianista puo' trovare il suo spazio tra i ritmi di FLAM, con altri piu' confusi come "Nu Bop", abbastanza deludente se si proponeva di essere una traccia programmatica.

Un disco che gira spesso a vuoto.

5.5/10

© Lorenzo Casaccia, 2002