Torna all'archivio recensioni

90 DAY MEN

1975-1977-1998 EP (1998)
90 Day Men/Gogogoairheart Split EP(2000)
(It (Is) It) Critical Band (2000)
To Everybody (2002) (6/10)
Too Late or Too Dead EP (2003)
Panda Park (2004) (6.5/10)

La tradizione del rock progressivo inglese rivive nelle note dei 90 Day Men, una band di St Louis che aggiorna quel genere ai suoni dell'ultimo decennio, con basso pulsante e chitarre robuste.

Partiti da quello che alla fine degli anni '90 si chiamo' math-rock, i 90 Day Men realizzano il primo disco intero nel 2002. In To Everybody a momenti alterni par di sentire tracce di Roxy Music, Soft Machine, Pink Floyd e Genesis. La band rispolvera anche le tastiere come strumento leader, usate ora per abbellire "Last Night A DJ Saved My Life" con grappoli di note di pianoforte, o per disegnare infiniti riff romantici su "Saint Theresa In Ecstasy", mentre la batteria spruzza il tutto con tocchi alla Nick Mason. Tra i contemporanei, gli Aloha sono il referente piu' immediato, ma mentre il gruppo di Cleveland mantiene una identita' emo-punk che lo porta a contenere il minutaggio dei brani, i 90 Day Men indulgono in lunghe e cupe jam, come dei Phish in depressione. La voce, rauca e quasi sottovoce, fa il resto, ma l'accento e' sicuramente sulle musiche (uno dei sei brani "We Blame Chicago", e' in effetti uno strumentale). "A National Car Crash" chiude il disco con una suite in piu' parti dove le note tintinnanti del pianoforte, alla Roy Bittan, accompagnano il brano attraverso una varieta' di umori.

Il discorso viene continuato da Panda Park, un coraggioso disco di progressive rock elaborato attraverso suoni di chitarre dissonanti, pianoforti, tastiere e psichedelie moderne.

© Lorenzo Casaccia