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MASSIVE ATTACK

100th Window (6/10)

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100th Window Virgin, 2003

by Lorenzo Casaccia ©

I Massive Attack del 2003 non sono piu' - letteralmente - lo stesso gruppo di "Blue Lines" o "Mezzanine". Mushroom se n'e' andato per divergenze artistiche, Daddy G per la nascita di un figlio, ed al timone e' rimasto il solo 3D, con il fido Davidge promosso dalla consolle alla penna di coautore di tutti i brani.

Sono, piu' di prima, dei Massive Attack politici. L'attivismo contro la seconda Guerra del Golfo (con le pagine comprate sulle riviste di musica per fare propaganda pacifista) trova un corrispettivo diretto nei suoni di "100th Window". Una musica che modifica le coordinate di "Mezzanine" per riflettere l'attuale visione del mondo di 3D: cupa, uggiosa, quasi spaventata, ma con una mano tesa di tenerezza tra le pieghe dell'oscurita'. I brani si snodano lungo le pieghe di un trip-hop bianco e oppressivo, che sostituisce al soul il folk della voce di Sinead O'Connor

"100th Window" suona da questo punto di vista come un requiem, con i bassi pulsanti del dark, le tastiere avvolgenti del neo-gothic e le voci rallentate ed ovattate in una sorta di cerimoniale pagano. Inevitablmente questo approccio diluisce l'apporto di Horace Andy, vocalist che difetta un po' in interpretazione (si veda "Everywhen"), e che quindi si ritrova spaesato nel paesaggio tutto umorale di 3D. Ritorna a mostrare la sua classe, invece, SInead O'Connor, la quale scolpisce vene melodiche nel lugubre impianto musicale di "What Your Soul Sings" e "A Prayer For England".

Al di la' di tutti gli intenti programmatici, "100th Window" e' un'opera di transizione. Se da un lato le tentazioni di replicare il successo di "Mezzanine" si fanno talvolta sentire, dall'altro un brano come "Butterfly Caught", tra i migliori, e' troppo disturbante per essere la colonna sonora di un dinner party. La sfida dei nuovi Massive Attack sara' superare queste contraddizioni.

6/10