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CARLA KIHLSTEDT

Two Foot Yard (7/10)

Carla Kihlstedt e' una cantante-violinista che divide il suo tempo tra il rock (con gli Sleepytime Gorilla Museum), il jazz (Tin Hat Trio), la classica e l'improvvisata. Da solista attua un progetto di rinnovamento della musica tradizionale ebraica, al punto di renderla quasi irriconoscibile.

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Two Foot Yard Tzadik, 2003

by Lorenzo Casaccia ©

Con "Two Foot Yard" Carla Kihlstedt mescola in maniera spettacolare il cantautorato espressionista alla Ambiances Magnetiques e la musica tradizionale ebraica. Tutti i brani gravitano intorno a violino, viola (suonati dalla stessa Kihlstedt) e violoncello (Marika Hugues) con sparuti interventi di fisarmonica, chitarra o banjo e un occasionale contributo delle percussioni.

Il disco e' un caleidoscopio di sfaccettature (un riflesso delle molte attivita' dell'autrice). "Rooting For The Shy Librarian" e' una vignetta umoristica che va a sfiorare il canto d'avanguardia di Meredith Monk. "Peel" aggiunge il blues alle coordinate. "History" mostra che la Kihlstedt sa anche comporre canzoni raffinatissime.

La durata media dei brani e' intorno ai due minuti, e si accorcia ulteriormente in pezzi come "Flash Flood", uno scatto nevrotico alla Polly Jane Harvey, o "Lovely Ugly", una cantilena che sembra rubata alla prima Lisa Germano. Quest'ultima e' il referente nascosto del disco, soprattutto nelle oscillazioni tra idillio e tragedia (come quando alle convulsioni vocalidi :Flinch", fa seguito un brano dilatato come "Gravity"). Solo "50 Miles" raggiunge i sei minuti, con una cantilena che ristabilisce le origini popolari del lavoro.

Con "Two Foot Yard" Carla Kihstedt ha creato un lavoro fuori del tempo, semplice e geniale.

7/10