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DANIEL JOHNSTON

Fear Yourself (7/10)

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Fear Yourself Gammon, 2003

by Lorenzo Casaccia ©

Daniel Johnston e' una figura leggendaria dell'indie-rock americano. Eterno fanciullo, afflitto da seri problemi psichici e appassionato di fumetti e dei Beatles, comincio' l'attivita' con una valanga di cassette autoprodotte negli anni '80, per poi continuare tra alti e bassi, a seconda se fosse dentro o fuori un manicomio.

Johnston e' quindi uno dei tanti "folli" della storia del rock e vive da qualche anno nel garage dei suoi genitori, che si occupano di lui e gli permettono di vivere nel mondo fiabesco che si e' costruito. I segni di questo relativo benessere si vedevano gia' su "Rejected Unknown", splendido disco del 2001. Per motivi arcani, e' pero' grazie a questo "Fear Yourself" che Johnston e' ora sulla bocca di tutti.

Registrato e prodotto da Mr. Sparklehorse Mark Linkous, "Fear Yourself" eccelle nel mettere a nudo il cuore di Johnston, come fanno un po' tutti i suoi dischi. La voce arriva come un qualcosa a meta' tra lo sbarazzino e il barcollante, il tremolante ed il gioioso, e canta una manciata di canzoni melodiche che parlano d'amore. E ne parlano come ne puo' parlare un matto che e' rimasto bambino: innocentemente, tra le lacrime e i sorrisi, tutto una emozione immediata. La peculiarita' dell'interpretazione, e la qualita' delle canzoni non devono far passare in secondo piano il contributo di Linkous, determinante nel decorare con arrangiamenti surrealmente sdolcinati delle canzoni che gia' di per se' sono dolcissime e surreali.

In questo senso, la bellezza del disco sta nel suo essere cosi' assurdamente privo di ogni vergogna di se stesso. Un candore che e' difficile incontrare nella vita di tutti i giorni, figuriamoci in un disco. Un candore che e' l'ingrediente decisivo che fa innamorare i critici e che farebbe sicuramente scrivere all'amico Stefano Isidoro Bianchi una recensione entusiasta con tante parole in corsivo.

7/10