Intervista a Lisa Germano 2002 | Torna all'archivio recensioni
LISA GERMANO
© Lorenzo Casaccia
On The Way Down From The Moon Palace (Major Bill, 1991)
(7.5/10)
Happiness (4AD, 1994) (7.5/10)
Geek The Girl (4AD, 1994) (9/10)
Excerpt From A Love Circus (4AD, 1996) (8/10)
Slide (4AD, 1998) (8.5/10)
Lullaby For A Liquid Pig (Ineffable, 2002) (8/10)
On The Way Down From The Moon Palace (Major Bill, 1991)
Una strumentale country-folk che da' il titolo al disco e che
sembra uscito da un carillon apre la carriera solista di Lisa Germano. Quella
di "Moon Palace" e' un'artista che mostra fin da subito una personalita' fortissima,
ma ancora impregnata dall'esperienza country. Si passa quindi dalla cantilena
tradizionale di "Guessing Game" a un brano spettrale come "Blue Monday", degno
di un Nick Cave. O da una cupa ossessione degna dei bluesmen del passato come
"Dig My Own Grave" alla canzoncina che e' "Cry Baby"
E' un disco tutto interiore, quasi psicanalitico, che mette a nudo i drammi
femminili con una lucidita' spietata che ha pochi eguali.
Gli arrangiamenti pescano dal country come dai cantautori degli anni '70, dalle
musiche da film come dall'avanguardia, e la Germano, che suona tutti gli strumenti
(fa eccezione la batteria di Kenny Aronoff) si qualifica come una delle musiciste
piu' dotate in circolazione.
7.5/10
Happiness (Capitol, 1993 - 4AD, 1994)
Disco uscito due volte, prima per la Capitol, poi - per dissidi
vari - per la 4AD (con differenze minime), "Happiness" mette piu' a fuoco il
progetto della Germano, accentuando l'elemento rock, grazie alla presenza di
una vera band.
Si sente anche una chitarra graffiante in piu' di un'occasione, ma e' solo un'ingrediente
della struttura musicale della Germano, forse l'erede piu' titolata di Joni
Mitchell, passando dal folk alla Michelle Shocked di "Energy" alle distorsioni
di "Everyone's Victim" e "Happiness",
quasi degne dell'indie rock di quegli anni.
I testi, che scavano in modo impietoso e sarcastico nella psiche della donna,
sono una meditazione sulla felicita'/infelicita' che si va a perdere nell'ultimo
brano, "The Darkest Night Of All". Il contrasto tra le liriche e la musica non
potrebbe essere piu' grande.
La ristampa oggi in circolazione contiene anche l'EP "Inconsiderate Bitch".
7.5/10
Geek The Girl (4AD, 1994)
Concept album che scava negli abissi dei sentimenti feriti,
delle illusioni amorose devastate, dell'inferno dell'indifferenza e della quotidianita',
"Geek The Girl" e' un'opera colossale, piu' ambiziosa dell'artista che l'ha
composta.
Gli inserti di tarantella che danno un effetto straniante, di un'allegria forzata
a fronte del dramma raccontato dal disco, ma che lo fanno anche immaginare come
una recita di marionette, tristemente meccanica e ripetitiva, dividono il disco
in tre sezioni. E' una sorta di viaggio sentimentale nella psiche della protagonista,
che si innamora e si aggrappa disperatamente al proprio essere innamorata nonostante
la tortura psicologica attraverso cui il suo "lui" la conduce.
Il vertice del disco (da cui assurdamente mancano le liriche, parte integrante
del lavoro) si ha con la coppia di brani "Cry Wolf", sussurrato sugli arpeggi
delicati di una chitarra che riverbera, lenta e aerea, tra i commenti del violino,
e "...A Psychopath", narrazione in diretta della violenza di un uomo sulla propria
compagna, sull'unico sfondo di una chitarra appena pizzicata e delle urla di
pianto di una donna tratte da una vera chiamata a un numero d'emergenza. Era
forse da quando Nico cantava "The End" che il rock non esprimeva tanta tensione.
Come contraltare, il disco si conclude sulla melodia commovente di "Stars"
Il disco, registrato integralmente in casa, e' un capolavoro di produzione e
arrangiamento (ad esempio "Sexy Little Girl Princess"), nemmeno piu' country
o folk, ma piuttosto un flusso di coscienza sopra a delle piccole piece
d'avanguardia.
"Geek The Girl" e' il "Blue" degli anni '90.
9/10
Excerpt From A Love Circus (4AD, 1996)
Il quarto disco della Germano procede sulla linea musicale
tracciata da "Geek The Girl" (ma non e' un concept).Questa volta il
disco e' registrato da una band al completo (come gia' "Happiness")
e ne viene fuori una musica piu' "allineata" con il suono 4AD e per
la cui ricchezza sonora il referente potrebbe essere "Astral Weeks"
di Van Morrison.
I mille colori di questa raccolta di brani strepitosi, creativi come sapeva
fare Laura Nyro, mostrano che c'e' una luce alla fine del tunnel.
La ristampa include anche l'EP "Small Heads".
8/10
Slide (4AD, 1998)
La produzione di Tchad Blake e' la vera novita' di "Slide",
uno dei dischi sonicamente piu' belli del decennio.
Blake, produttore californiano di grido (Pearl Jam, Sheryl Crow) agisce sulle
canzoni della Germano creando un paesaggio cerebrale dove tutti i suoni si deformano
e si sfocano (nemmeno la batteria non suona mai uguale da un brano all’altro):
ad ogni passo c'e' un tintinnio, uno stridore, un accenno di distorsione, una
nota sospesa a fare capolino. Un'omaggio alla psichedelia degli anni settanta,
come scrisse Beppe Colli, oppure, prendendolo da un altro punto di vista, un
disco proiettato verso il futuro, dove lo studio di registrazione diventa veramente
lo strumento, una tavolozza da cui pescare per creare costruzioni sonore
lucide e allucinate.
Da "Tomorrowing" a "If I Think Of Love" e "Wood Floors", i gioielli di "Slide"
sposano ambizioni degne della musica colta con il folk piu' sinceramente popolare.
8.5/10
Lullaby For A Liquid Pig (Ineffable, 2002)
Il nuovo disco di Lisa Germano e' l'ennesimo tassello di una carriera spettacolare, con un curriculum di che l'hanno collocata tra le vette del canto d'autore di sempre.
"Lullaby For A Liquid Pig" prosegue nella creazione
di un paesaggio musicale alieno ed interiore, dove i fantasmi privati diventano
altrettanti suoni. Non c'e' piu' Tchad Blake alla consolle come in "Slide"
(vedi l'intervista) ma certo quell'esperienza
e' servita, se e' vero che il disco e' stato prima suonato integralmente tra
le mura di casa e poi trattato al computer.
E non sono nemmeno piu' canzoni quelle della Germano:
sono trasfigurazioni di altrettanti sogni, dove il surreale diventa la regola,
dove la grammatica e' quella istintiva delle libere associazioni, e da cui i
suoni compaiono e scompaiono, sempre solo di passaggio come nei film piu' deliranti
di David Lynch.
Nulla e' normale nella notte che questo disco va a raccontare.
Non e' normale la steel spensierata di "It's A Party Time",
che sfuma nel caos. Non e' normale una ballata solare come "Pearls",
che vede entrare ed uscire una orchestra e finisce sfocata come attraverso un
vetro opaco. Non e' normale la cantilena chitarristica di "Paper
Doll" che si dipana sospesa in un silenzio denso di rumori e disturbi (stridori,
una cantilena di un carillon) e si ferma sul piu' bello, come un sogno da cui
ci si risveglia all'improvviso.
L'abisso si apre veramente solo in un paio di brani.
"Liquid Pig" e' un gioiello di produzione dove la voce distorta avanza
marziale tra le nebbie di una atmosfera spettrale, come i Black Tape For A Blue
Girl remixati da Aphex Twin e con Nico alla voce. Dei suoni da incubo avvolgono
anche "All The Pretty Lies", percorsa da una basso opprimente, come
dei Cocteau Twins fatti girare al rallentatore.
Gli arrangiamenti, al solito, mettono in luce la grazia
ed il gusto di un talento rubato alla classica. Sono un puro brivido i plettri
di "Lullaby For A Liquid Pig". Sono piu' prossimi alla musica da camera
che al rock brani come "Candy", o "From A Shell", qualcosa
come una Joni Mitchell con un quartetto d'archi.
L'analogia notturna si conferma con "To Dream",
che chiude il disco su un "away" sussurrato ed inghiottito dal mixer.
In trentasei minuti Lisa Germano canta praticamente
sempre la stessa canzone, ma la maschera dietro un genio musicale di arrangiamento,
produzione e raffinatezza compositiva che ha pochi eguali.
Troppo superiore per la concorrenza.
8/10