Torna all'archivio recensioni

FENNESZ

Instrumental (1995)
Hotel Paral.lel (1997) (6.5/10)
Plus Forty Seven Degrees 56'37" Minus Sixteen Degrees 51'08" (1999)
Music for an Isolation Tank (2000)
Magic Sound (Mego, 2000)
Return of Fenn O' Berg (Mego, 2002)
Endless Summer (2001) (7.5/10)
Dawn (2002)
Venice (2004)

---

L'austriaco Christian Fennesz (che pero' di fa chiamare con il solo cognome) e' uno dei massimi esteti del glitch-ambient, di fatto in grado di ritagliarsi un suono personale all'interno di un genere stremato dall'abuso di clichet.

Nato come chitarrista, Fennesz trasforma il suono dell'elettrica stirandolo in drones, ronzii e rumori. Il risultato puo' essere ora impenetrabile come gli Autechre, ora accessibile come Eno.

All'interno di una discografia eccessiva, il primo caposaldo e' Hotel Paral.lel, che lo afferma tra gli artefici del genere, con un suono tagliente e spigoloso.

A distanza di qualche anno, dopo svariate collaborazioni (inclusa quella con O'Rourke), Fennesz trasforma poi il glitch in musica da sogno con Endless Summer, un disco dove da una pioggia stellare di microsuoni emergono incantevoli melodie. L'elettronica astratta non era mai sembrata cosi' umana.

Venice ritorna a una musica piu' cupa, dove i fendenti di elettronica dominano nettamente la scena a favore di un suono glorioso, quasi sinfonico.

 

© Lorenzo Casaccia, 2004