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NICK CAVE

Nocturama (5/10)

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Nocturama Anti/Epitaph, 2003

by Lorenzo Casaccia ©

Un titolo orribile accompagna un disco che e' il benvenuto per come ci ricorda quanto il rock sia crudele.

Il rock e' crudele perche' non ammette paradigmi: il rock e' rottura dei paradigmi esistenti. Il rock e' crudele perche' non ammette il manierismo: i manieristi nel rock sono relitti della storia. Il rock e' crudele perche' e' giovane: musicisti rock attempati in grado di produrre materiale che regga il confronto con il proprio passato sono una rarita'.

Confrontarsi con "Nocturama" significa in un certo senso afftrontare per l'ennesima volta le questioni piu' profonde sulla natura del rock. Dove ci si deve collocare quando si giudica un disco? Si deve tenere in conto tutta la carriera precedente di un artista? Si deve tenere in conto la produzione coeva? E si deve tenere in conto l'evoluzione del rapporto tra le due?

Chi scrive risponderebbe di si' a tutte le domande precedenti, e allora - sorry - non c'e' pieta' per "Nocturama". Non c'e' pieta' perche' a sentire "Bring It On" sembra che ora Cave si faccia influenzare dai giovanotti che fanno indie-country-rock (Wallflowers se vogliamo essere buoni, Dave Matthews se vogliamo essere cattivi). Una umiliazione per un artista che anni fa era tra quelli che segnavano la via. Per lo stesso motivo chi scrive non puo' fare a meno di ricordarsi che esiste un disco che si chiama "The Good Son", nel quale Cave ha portato a perfezione quella sua ballata epica da diavolo redento, qualcosa come la luce dopo l'abisso della prima parte della carriera (dove Cave ha prodotto altre grandi cose). ll nostro posizionamento di "The Good Son" come spartiacque sara' certo arbitrario (e infatti altri critici dissentono), ma per lo meno e' una chiave di lettura, in base alla quale abbozzare delle analisi.

Analisi che in questo senso non lasciano scampo. I brani migliori di "Nocturama" suonano immensamente stanchi, come se Cave si trascinasse di nota in nota, di banalita' in banalita', di arpeggio in arpeggio. E' un Cave che imita Cave quello di "Still In Love" e "He Wants You". E' un artista in difficolta' quello di "Dead Man In My Bed", chiassosa e pacchiana (forse messa a meta' disco per tenere svegli?). E' semplicemente un artista confuso quello che mette sapori country in "Rock Of Gibraltar" e in "Right Out Of Your Hand", addirittura alla Neil Young.

Si salvano un minimo solo due tracce. L'iniziale "Wonderful Life", anch'essa manieristica, ma dove Cave almeno azzecca la melodia. E la conclusiva "Babe I'm On Fire", un'orgia di rock vorticoso e caotico che dura un quarto d'ora e che non c'entra nulla con il resto del disco. E sia detto ad onor del vero che il brano deve tutto o quasi alla band, in particolare all'organo di Mick Harvey e alla chitarra di Blixa Bargeld, entrambi da fine del mondo. Un pezzo che risolleva un poco "Nocturama" non foss'altro dal mero punto di vista quantitativo, visto che dura come 3-4 degli altri brani.

Conosciamo fin troppo bene i meccanismi perversi del rock. Si annuncia la pubblicazione di un disco nuovo dell'artista amato e l'entusiasmo spinge il fan a vagheggiarlo con mesi di anticipo, a comprarlo il giorno dell'uscita, e poi forse anche ad amarlo per qualche mese. In questo senso, la recensione negativa non riveste nessuna utilita'. Il fan compra il disco in ogni caso, in una sorta di rituale pagano di sacrifico periodico all'artista-dio.

La recensione negativa e' invece una ottima occasione di discussione settimane dopo, quando il disco e' diventato un soprammobile, un rettangolino anonimo nella pila dei cd che non si andra' piu' a tirare fuori, o una sorgente di pezzi di ricambio per le custodie rotte degli altri cd che si hanno in casa.

E' da questo punto di vista che "Nocturama" insegna. Sei un genio e non ti caga nessuno. Ti intervistano sui quotidiani e non pubblichi piu' niente di buono.

Il rock e' crudele.

5/10