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BLACK HEART PROCESSION

FIsh The Holes On Frozen Lakes (1997) (6.5/10)
1 (1997)
2 (1999) (7.5/10)
3 (2001)
Amore Del Tropico (2002) (7.5/10)

I Black Heart Procession sono Pall Jenkins (voce, chitarra, sega, fisarmonica) e Tobias Nathaniel (pianoforte, tastiera), coadiuvati di volta in volta da amici differenti. Il gruppo nasce a San Diego dalle ceneri dei Three Mile Pilot e si afferma per la combinazione della penna a la Cave di Jenkins e degli arrangiamenti classicheggianti di Nathaniel.

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Fish The Holes On Frozen Lakes (rist. Galaxia, 2003)

La carriera dei BHP si apre all'inizio del 97 con la pubblicazione di un EP con tre brani prettamente strumentali. Se l'iniziale "A Boy With No Tonge" si avventura in territori prossimi a quelli che saranno poi i Calexico, il vero nocciolo di questo debutto minore e' la lunga "Fish The Holes". Sono 17 minuti di sinfonia noir, condotta con maestria dal piano di Nathaniel e dalla sega di Jenkins, con voci spettrali che entrano ed escono dal sottofondo e una tromba indiscreta a generare un maesltrom sonoro degno dei Rollerball. Con questo brano i BHP avvicinavano il rock nero all'avanguardia. A partire dai dischi successivi, si sarebbero poi allontanati da questo approccio a favore della forma canzone.

6.5/10

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Amore Del Tropico Touch And Go, 2002

Profuma di suoni latini il quarto disco dei Black Heart Procession, con il suo titolo in italiano, con la parole "love" che ricorre in tre titoli (inclusi i primi due) e con Pall Jenkins - come noto per meta' italiano - accreditato come "Paulo Zappoli" (ma sono sicuro che volesse scrivere "Paolo"). Ed e' un disco splendido, sicuramente sopra le aspettative. Seguo i Black Heart abbastanza da vicino da almeno un paio d'anni, avendoli visti innumerevoli volte a casa loro, a San Diego, e personalmente temevo che l'uscita un po' affrettata di "3" dopo il relativo successo di "2" li spingesse in un cul de sac creativo senza via di uscita. Invece "Amore Del Tropico" (una sorta di concept ispirato a un delitto per amore) allarga lo spettro espressivo del gruppo. Il piano di Toby Nathaniel si batte alla pari per il ruolo di protagonista, duellando sia con gli arrangiamenti, dalla fantasia degna dei Bad Seeds del periodo di mezzo, sia con la scrittura dei pezzi, ispirata e varia.

Il disco si apre su "Tropics Of Love", una litania ubriaca da brividi a meta' tra un tango e i primi Doors (con violino, violoncello e contrabbasso). Durante il disco il leader spazia poi in ogni direzione. In "Why I Stay" canta come Cohen, a braccetto con il vibrafono di Joe Plummer. In "Sign On The Road" si accompagna all'organo in un brano che potremmo immaginare cantato da Waits. Gioca con elettronica e sega in "Sympathy Crime" a disegnare una via di mezzo tra Pink Floyd e synth-rock. Fa di nuovo l'occhiolino a Gilmour in "The Visitor". Inventa un blues d'altri tempi in "A Cry For Love", con tanto di backup vocals. Altri brani sono invece degli splendidi lavori di studio: dall'atmosferica "The Waiter", che sembra uscita dal giro di Chicago, a "Fingerprints", che suona come una immaginaria collaborazione tra i Rachel's, Kate Bush e Lou Reed. Ci sono persino dei rock 'n' roll, "Did You Wonder" e "Only One Way", come degli XTC piu' ruvidi, in un disco che macina input da tutta la storia del rock e non c'e' spazio per citarli tutti in una recensione.

Spiccano, in "Amore Del Tropico", soprattutto le musiche: dietro alle canzoni, Nathaniel e Jenkins si rivelano polistrumentisti d'eccezione, benedtti da una intesa invidiabile e dotati di una ottima cultura musicale . Con uno dei dischi migliori del 2003 , i BHP si pongono tra le certezze del rock attuale.

7.5/10

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