BECK
Mellow Gold (1994)
Stereopathetic Soul Manure (1994)
One Foot in the Grave (1994)
Odelay (1996)
Mutations (1998)
Midnite Vultures (1999)
Sea Change (2002) (6.5/10)
Guero (2005) (5/10)
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Ci vogliono tante vite per farne una sola, scriveva
Borges, ma Beck sembra proprio volerle viverle tutte. Il
suo e' un gioco continuo a spiazzare. Dopo un disco smaccatamente a la
Prince come Midnite Vultures due anni fa, dopo i fasti del folk-hip hop
di Mellow Gold nel '94, dopo le stramberie, dopo gli inni al nuovo Woody
Guthrie, dopo i Tropicalia e dopo il ritrovarsi divo su MTV, Beck si rimangia
tutto con Sea Change.
Un disco di canzoni da loner, alla Young o
alla Cohen. Un disco cantato a voce bassa, dalle liriche malinconiche. Un disco
legato al country americano per certe soluzioni melodiche ("Guess I'm Doing
Fine", "The Golden Age") e per certi arrangiamenti (la steel che spunta qua
e la'). Un disco che non mostra mai la corda, ma cui manca, in piu' d'un'occasione,
lo slancio, la scintilla, l'illuminazione. Ma e' anche un disco estremamente
personale, in cui ognuno potra' leggere quel che vuole. Per questo sara' un
disco che sicuramente molti considereranno "classico", per quel suono cosi'
tirato a lucido e per quelle ballate dal sapore tanto tradizionale ma arrangiate
in modo tanto moderno (come "Lost Cause"). "Sea Change" e' li' per quelli che
sono rimasti a casa quando c'era il party in cui si suonava "Midnite Vultures".
La produzione di Nigel Godrich, gia' con i Radiohead,
da' un tocco inconfondibile al tutto (ad esempio la chiusa di "The Golden Age",
che sembra presa di peso da "Kid A" o "Ok Computer", o gli arrangiamenti elettronici
di "Lonesome Tears"), anche se non sempre felice, indulgendo in qualche stucchevolezza
tipicamente "britannica" (gli archi invadenti di "Paper Tiger"). "Sea Change"
non annoia mai, ed alla fine sei contento che Beck abbia il coraggio di fare
dischi cosi', di mettersi in gioco, di cambiare, cambiare e cambiare. Magari
apprezzi anche il fatto che sia senza pudori quando mostra se stesso in difficolta',
quando sembra che ci stia solo provando.
Potrai fare anche tutte queste considerazioni, ma alla
fine "Sea Change" e' solo un tassello nella vita di Beck, e dopo un po' ti rendi
conto che e' un disco sul quale si sprecheranno troppe parole e troppi articoli.
Lontano dalle scene per un po', il Beck di Guero ritorna piu' stancamente, prima con "E-Pro", una cantilena in coppia con i Beastie Boys (che appunto sembra un pezzo loro), e poi con "Que Onda Guero", un incedere vagamente spagnoleggiante che e' un po' come i brani di Mellow Gold ma invecchiati maluccio. Il tema ispanico-caraibico rimane nell'aria e si rifa' sotto con "Missing". Ma quello che manca a questo disco sono proprio le canzoni, e non sono certo brani un po' stantii come "Black Tambourine" o "Earthquake Weather" ad essere degni di tal nome. Un disco triste che non si ritornera' ad ascoltare.
© Lorenzo Casaccia, 2002