The Rakes - Capture/Release (2005, V2)
La giustificata crisi di rigetto che ha colto molti ascoltatori, collezionisti,
critici dopo l'abbuffata di revival della new wave inglese, può di questi
tempi indurre in errore. Vengono pubblicati infatti album che possono
agevolmente essere inscritti nel fenomeno e che però hanno una propria
autonomia rispetto alla scena ormai asfittica dei loro pari, per il fatto
di riuscire a interpretare in modo intelligente la punk wave britannica,
fonte inesauribile di ispirazione. Nervosi e scattanti, i londinesi Rakes
non hanno la grazia e al contempo la violenza degli insuperati Maximo
Park, e suonano più immediati e rock dei minacciosi Interpol. Come se
il primo scapigliato Andy Partridge, il primo ribelle Feargal Sharkey,
il primo scatenato Pete Shelley e il primo furioso Hugh Cornwell avessero
messo su band di questi tempi (con un occhio alle classifiche inglesi).
Per fan di: Gang of Four, Wire, Buzzcocks
Work
Work Work (video)
Charlottenfield - How Long Are You Staying (2005, FatCat)
Ecco un suono recente che pare remoto, un modo di intrecciare ritmi
e melodie che da poco è tramontato ma che qualcuno ancora frequenta.
Sembrano passati mille anni da quando gruppi come Shellac, Don Caballero,
Johnboy, Uzeda riempivano colonne di recensioni sui mensili specializzati.
Era l'epoca del postpunk/rock, del math rock e via sigle coniando, quando
la ricerca del tempo dispari, dello sfasamento ritmico, di un certo
approccio modulare e matematico di comporre raggiungeva vette di ferocia
e precisione inaudite. Gli insospettabilmente inglesi Charlottefield
ereditano quell'esperienza accasandosi presso la FatCat (etichetta che
si candida a diventare la Touch and Go britannica). E danno alla luce
otto brani di allucinato e articolato postpunk.
Per fan di: Jesus Lizard, Shellac, Big'N
Clipper
(video)
Criteria - When We Break (2005, Saddle Creek)
I Criteria di Omaha, Nebraska, sono una persona sola e alcuni musicisti
satelliti rispetto al progetto, provenienti da formazioni come Beep
Beep e Lullaby for the Working Class. Quella persona si Chiama Stephen
Pedersen e scrive belle canzoni emorock, roride di melodie torcibudella,
grandi cori e impatto ritmico. I fan dei Jawbox potrebbero andare a
nozze con questi suoni eterni del rock indipendente americano. E' la
generazione di "O.C.", che si rinnova di lustro in lustro perpetuando
la scena del college rock bianco urbano.
Per fan di: Jawbox, Arcwelder, Band of Susans
Streaming
audio nella sezione "Music"
Epic45 - England Fallen Over (2005, Make Mine Music)
Indie rock da ambiente, gentile per lo più, ma che nasconde una perenne
tensione. Certi esperimenti postrock avanti lettera come Bark Psychosis
o My Bloody Valentine possono essere una pietra di paragone adatta per
capire il suono di questo trio dello Staffordshire per lo più strumentale
che costruisce cattedrali di suono su cavate di chitarre, arpeggi ed
electronics sparsi e rarefatti. Musica per sonorizzare grandi spazi.
Per fan di: Mogwai, Four Tet, Hood
Amboy Dukes - Amboy Dukes (1967, Mainstream)
Si dice che il loro hit del 1968 "Journey To The Center Of The Mind"
sia stato il primo vero e proprio brano hardrock, una sorta di bug del
sistema informativo del rock che avrebbe figliato l'heavy metal. In
effetti il suono degli Amboy Dukes, con Stooges e MC5 eroi dell'heavy
rock del Michigan, è quanto di "pesante si possa pensare, e in questo
primo strepitoso album le influenze tardo garage del periodo si sommano
al fraseggio hendrixiano di Ted Nugent (di lì a poco una fortunata carriera
solista). In apertura due cover, "Baby Please Don't Go" di Big Joe Williams
(nota soprattutto nella versione dei Them) e "I Feel Free" dei Cream.
Per fan di: Jimi Hendrix Experience, Mc5, Rationals
Estratti
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