Preavy Rotation 80

by Andrea Prevignano

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Albert Ayler, Prefuse 73, Dirtbombs, Heavy Trash, Minotaur Shock

Albert Ayler - Music Is The Healing Force Of The Universe (1969, Impulse!)
Pochi mesi prima di morire annegato nell'East River a new York Albert Ayler era lo stesso Albert Ayler che alla sua comparsa nella prima metà dei Sessanta turbava i soloni della critica jazz con i suoi stridori di alto e tenore. Anzi, se possibile aveva radicalizzato il suo linguaggio, ma in un modo diverso rispetto a quello di un fuorilegge come Anthony Braxton, che dal free degli esordi passò ai rigori ancora più astratti delle avanguardie classiche europee. Ayler scelse di tornare alle origini della musica nera, applicando il suo modo aggressivo a blues e r'n'b, attorniato da una formazione interamente ritmica (Stafford James e James Folwell: bassi; Bobby Few: piano; Muhammad Ali: batteria) e dalla fidanzata Mary Parks alla voce, per elevare inni free fradici di amore per le radici blues e per il potere universale della musica. Da registrare un'apparizione di Henry Vestine, chitarrista dei Canned Heat. A parere mio, un album jazz che ogni "rock addicted" dovrebbe ascoltare.
Per fan di: Ornette Coleman, Art Ensemble of Chicago, Anthony Braxton
Estratti

Prefuse 73 - Reads The Books E.P. (2005, Warp)
Davvero difficile definire l'intreccio sonoro dei Prefuse 73, progetto dietril quale si cela Scott Herren, anche noto per il suo lavoro con Savath and Savalas. Le riviste inglesi che vanno a nozze con le definizioni estrose ne hanno coniata una che mi sembra molto calzante: "Sounds like a malfunctioning iPod loaded with The Neptunes, Aphex Twin circa Windowlicker and The Last Poets, only with all the fragments miraculously falling in just the right places". Un album che potrà piacere a chi al tempo stesso apprezza l'hip hop indipendente, l'elettronica glitch e le atmosfere "umbratili", come direbbe un mio amico, di Board of Canada. Musica fredda da ascoltare a mente fredda.
Per fan di: Savath and Savalas, Mouse on Mars, Autechre

Dirtbombs - If You Don't Already Have A Look (2005, In The Red)
Ritorno sul luogo del delitto: Dirtbombs, ovvero Mick Collins, un uomo che andrebbe insegnato alle superiori. Quantomeno per la tenacia con la quale si è dato da fare ai margini del rock'n'roll negli ultimi venti anni, con i Dirtbombs, con i fantastici garage punk rocker minimali Gories prima, e poi con mille altre sigle. La In the Red, etichetta vieppiù lodevole, ha voluto celebrare i dieci anni della sua ultima formazione con un doppio CD di cover, outtake, singoli sparsi nel mare magnum delle produzioni punk rawk americano (il soul man Collins pubblicherebbe solo singoli, se potesse). Due ore di rozzo punkrock'n'roll e tante cover, da Stevie Wonder a Yoko Ono, ai Soul Brothers. Consigliatissimo.
Per fan di: Oblivians, Gories, Beguiled
Estratti da "Dangerous Magical Noise"

Heavy Trash - Heavy Trash (2005, Yep Roc)
Anche Jon Spencer ne avrebbe molte da raccontare. Anche lui sulla piazza da almeno una ventina d'anni, prima con i Pussy Galore, poi con la Blues Explosion, i Boss Hog, gli Honeymoon Killers e molti altri. Sua nuova ragione sociale sono gli Heavy Trash (difficile scegliere un nome più insulso e scontato), in società con Matt Verta-Ray (ex Madder Rose e Speedball Baby). La materia è molto "basica", rockabilly malsano che ricorda i Cramps o un Hasil Adkins in versione 2K.
Per fan di: Cramps, Flat Duo Jets, Blues Explosion
Justine Alright (audio)

Minotaur Shock - Maritime (2005, 4AD)
Minotaur Shock si legge anche David Eugene Edwards, uno dei più importanti esponenti della scena folktronica, ovvero approccio acustico mediato da elettronica laptop dai ritmi spezzati, una curiosa versione della dance con pretese di naïveté. Postrock ballabile, insomma con momenti di grande intensità emozionale là dove si cimenta su scenari più ambientali e rarefatti. I suoni dei dancefloor si stanno aggiornando, e la club culture più raffinata passa da queste parti.
Per fan di: Manitoba, Four Tet, Pedro
Avon Ranger (audio, da "Motoring Britain E.P.")

© Andrea Prevignano, Lorenzo Casaccia