Preavy Rotation 77

by Andrea Prevignano

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Unsane, White Stripes, Dead Fly Buchowski, Sons And Daughter, Chrome

Unsane - Blood Run (2005, Relapse)
Sono stati sei anni, tra il 1998 e il 2004, senza dare notizie di sé. Poi si sono rifatti vivi, prima con la raccolta antologica "Lambhouse" (comprendente anche una manciata di video), poi con qualche data dal vivo per provare su strada quella macchina omicida, schiacciasassi e spezzaossa che è la formazione newyorkese guidata dal cantante e chitarrista Chris Spencer. Il trio completato da Dave Curran e Vinnie Signorelli (la ritmica più brutale del mondo) è tornato per riprendere lo sporco lavoro interrotto: ramazzare laghi di sangue dal pavimento del rock indipendente, ruggire storie di violenza urbana, suonare postpunk a volumi insostenibili. Rock che frantuma il setto nasale.
Per fan di: Neurosis, Today is the Day, Slug
Release (audio)

White Stripes - White Stripes (2005, XL Recordings)
Tutte le volte che leggo di Meg e Jack White su riviste non specializzate più attente agli accostamenti cromatici dei vestiti dei due o alla loro situazione sentimentale, vivo un attimo brevissimo di indignazione, poi mi ripiglio. E mi fa piacere che i media si siano accorti anche se fuori tempo massimo (debuttavano nel 1999 con "White Stripes" su Sympathy for the Record Industry) di questi due paciosi figuri sovrappeso che hanno conquistato una bella fetta della platea del rock riducendo all'osso la formula originaria (prima di loro ci avevano pensato in tanti). Molto più rispetto ai precedenti lavori articolata la proposta di questo quarto album che alterna gli scatolosi riff seventies di "Blue Orchid" alle intemperanze rumorose e acide di "The Nurse", gli arpeggi bolaniani di "As Ugly As I Seem" al matrimonio tra Blue Cheer e J.L. Hooker di "Instinct Blues". Promemoria per i mensili femminili: ascoltare tutto l'album.
Per fan di: Jon Spencer Blues Explosion, Black Keys, Moaners

Dead Fly Buchowski - Land Of The Rough (2005, Beggars)
Buon vecchio grunge. Qualcuno si ricorda dei tempi dei Mudhoney, dei Nirvana, di Tad, dei Love Battery? Non sono passati mille anni, ma una quindici, che con l'accelerazione stilistica degli ultimi tempi (meglio: l'affastellamento di sottogeneri) equivalgono ad alcune ere rock. Il quartetto di Glasgow suona assai "grungey" e vanta un approccio chitarristico che risente dell'hardrock dei Settanta (certe cose degli Hawkwind), ma con intrecci vocali ben spiegati, mantenendo la corsa a perdifiato del punk. Da quanto tempo non ascoltavate un album con due ballate consecutive?
Per fan di: Tad, Skinyard, Weezer
Russian Doll (video)

Sons and Daughters - The Repulsion Box (2005, Domino)
Tensione lungo tutta la durata di questo delizioso album dei "figli e delle figlie" dei Violent Femmes, anch'essi protagonisti della scena "glaswegian". Ci volevano degli scozzesi per rievocare quel suono country roots in chiave punk che Gordon Gano e soci imposero alla metà degli Ottanta, peraltro inimitati. E ci riesce con successo questo gruppo composto da due donne e due uomini al debutto assoluto. Johnny Cash sarebbe contento di loro.
Per fan di: Violent Femmes, Nick Cave and the Bad Seeds (periodo "Tender Prey"), (Smog)
Dance Me In (video)

Chrome - 3rd From The Sun (1982, DFOTM)
Ultimo album prima dello scioglimento per una delle band maggiormente sui generis dell'intero panorama indie rock. Si erano formati a San Francisco cinque anni prima per volere del cantante e batterista Damon Edge e del chitarrista Helios Creed, due punk fuori tempo massimo che non sapevano di esserlo e che trovavano normale suonare quella "new wave" con elettronica e moog, quando non era tutto così scontato. Fulminati dallo Spazio (quello di Man Or Astroman e di Sun Ra) e dall'abuso di droghe, pubblicarono cinque album senza successo commerciale alcuno. Damon Edge morirà nel 1990, Helios Creed vivrà come un barbone in una roulotte per buona parte degli Ottanta, poi l'etichetta noise rock di Minneapolis Amphetamine Reptile lo riesumerà ridonandogli un successo (di nicchia) strameritato.
Per fan di: Brian Eno (periodo "Here Come The Warm Jets"), Big Black, Devo

© Andrea Prevignano, Lorenzo Casaccia