Preavy Rotation 72

by Andrea Prevignano

Hosted by Il Labirinto | Preavy Rotation main page | More music resources | Il Labirinto

AAFM, Hot Hot heat, Louis XIV, HGH, Nick Cave

Vv.Aa - Anthology Of American Folk Music, Vol. 1-3 (1997, Smithsonian Folkways)
Harry Smith era un cacciaballe, vantava parentele con Aleister Crowley e Anastasia, la presunta principessa scampata dallo sterminio dei Romanov. Ed era al tempo stesso un musicologo eccentrico, autodidatta, ma attento, con un terzo orecchio curioso e intelligente. Nel 1952, maccartismo e guerra fredda a paralizzare una società appena uscita dalla seconda guerra mondiale, assemblò quella che viene ancora oggi considerata la più completa e suggestiva antologia della musica delle radici americane tra gli anni Venti e Trenta (quando il disco microsolco cominciava a diventare il supporto per eccellenza), un sampler di 84 brani tra blues, country, square dance, gospel, cajun con artisti del calibro della Carter Family, Blind Lemon Jefferson, Robert Johnson (qui accreditato come Masked Marvel), Cannon's Jug Stompers, Alabama Sacred Harp Singers, solo per citarne alcuni. Nella confezione di 6 CD un curatissimo booklet con saggi di Greil Marcus, John Fahey e molti altri. Presente anche la ristampa del piccolo volume che raccoglieva le note scritte a macchina da Smith per la catalogazione e una curiosa sinossi dei brani.
Per fan di Woody Guthrie, Mississippi John Hurt, Leadbelly
Estratti (audio)

Hot Hot Heat - Elevator (2005, Sire)
Di questi tempi sono davvero pochi gli album in grado di tenere alta la tensione dell'ascoltatore, anche del più indefesso e determinato. Il precedente lavoro dei canadesi Hot Hot Heat, "Make Up The Breakdown" di tre anni fa, fu un perfetto pop album, pieno di citazioni clashiane e costelliane, gli anni Ottanta che a volte fa piacere riascoltare. Non si smentiscono in questo nuovo album dove l'apporto melodico è ancora superiore, se possibile, e più scanzonato ma allo stesso tempo pieno di pathos. La radice è postpunk, il respiro quello del pop che vede lontano.
Per fan di XTC, Elvis Costello, Cure
Goodnight Goodnight (video)

Louis XIV - The Best Little Secrets Are Kept (2005, Pineapple)
Revival per revival, tanto vale alzare il tiro e levarsi una volta per tutte dalle acque malariche degli anni Ottanta che stanno facendo la fortuna di molti mediocri, per rivolgersi a un periodo ancora poco esplorato. Devono averlo pensato i Louis XIV (San Diego, CA) che si sono buttati - loro, californiani! - a capofitto su quel periodo della prima metà dei Settanta inglesi quando T. Rex, Gary Glitter, Dr. Feelgood, prodromi glam e pub di un punk che di lì a poco avrebbe zittito tutto, dominavano la scena. Il cantante Jason Hill plasma la sua voce su quella di Marc Bolan, e per tutti i T. Rex sono più di un'ispirazione. Dopo un EP di debutto (Illegal Tender) radio americane ed MTV si sono accorti di loro e l’Atlantic se li è presi. Saranno probabilmente il nostro prossimo tormento.
Per fan di: T. Rex, Nick Lowe, David Essex
Louis XIV Music Player (audio)

HGH - Miracle Working Man (2005, Stickman Records)
HGH sta per Hagfors-Gebhardt-Hickstars, componenti rispettivamente di band norvegesi come Home Groan, Motorpsycho, Hellbillies, e sta anche per ottimo alt.country. Dopo avere rubato agli americani l’arte del r’n’r, gli scandinavi stanno insidiando anche il patrimonio rurale degli States combattendo ad armi pari: si ascoltino gli International Tussler Society, side project dei Motorpsycho. Gebhardt che di questi è batterista ha di recente abbandonato la formazione per dedicarsi a tempo pieno come banjoista agli HGH che con “Miracle Working Man” danno vita a un pugno di numeri a mezza strada tra country, folk d’autore, bluegrass, con belle armonie vocali, arrangiamenti semplici a vantaggio di un suono adamantino. Un ottimo roots album.
Per fan di: Bad Livers, Byrds, Palace
22nd Century Sacred Banjo (audio)

Nick Cave and the Bad Seeds - B-Sides & Rarities (2005, Mute)
Per i completisti di Cave arriva dalla Mute questa raccolta di materiale extra album, 56 tracce su tre CD. La produzione "collaterale" del musicista australiano è sempre stata ottima, basti pensare alle B side dei primi quattro album, come le cover di "Black Betty" di Leadbelly e "Running Scared" di Roy Orbison, la birthdaypartyana "Scum", brani che non avrebbero sfigurato se inseriti nei full lenght (molti di questi sono stati annessi nelle ristampe successive come tracce aggiuntive). Qui di pregevole c'é l'EP su 7" allegato alle copie in edizione limitata di "Tender Prey" con una versione acustica assolutamente fantastica di "The Mercy Seat"; "Rye Whisky" proveniente da un flexidisc; e un'insospettabilmente efficace versione di "Where The Wild Roses Grow" dove la voce soffiata e sottile di Kylie Minogue viene sostituita da quella scura e grossa di Blixa Bargeld.
Per fan di: Captain Beefheart, Tom Waits, Leonard Cohen
The Mercy Seat (video, tratto da "The Videos")

© Andrea Prevignano, Lorenzo Casaccia