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In America c'e' una timida stella: si chiama Tara Jane O'Neil

VAGABONDAGGI

by Lorenzo Casaccia ©, 2001

A thing of beauty is a joy for ever: / Its loveliness increases;
it will never Pass into nothingness; but still will keep / A bower quiet for us, and a sleep
Full of sweet dreams, and health, and quiet breathing
(John Keats, Endymion)

Come molti miei coetanei, ho una sorta di relazione morbosa con "Spiderland" degli Slint. Un disco che, al di la' del valore intrinseco, ha segnato in un modo o nell'altro tutta una generazione di giovani appassionati. Nel mio caso, un giorno qualcuno di noi compro' il Volume 5 della Storia del Rock di Scaruffi e da li' lo scopri', scoperchiando mesi e anni di rivelazioni musicali.

Sulle note di copertina di Spiderland sta scritto "Interested female vocalist write…" e segue un indirizzo. Non ho mai saputo se quell'annuncio fosse serio o una boutade. Ma quando poi ho scoperto Tara Jane O'Neil, anche lei da Louisville, Kentucky, ho spesso fantasticato sui possibili risultati di un incontro tra la band leggendaria e questa artista, capace di una parabola in sordina che l'ha portata a fondere mirabilmente il linguaggio del post-rock con il cantautorato piu' esile.

Mi imbatto per caso nella O'Neil, nella primavera del 2000, in occasione di un concerto dei Black Heart Procession a San Diego, del quale lei era supporting act. I brani di "Peregrine" mi fulminano (cosa rarissima che sia veramente conquistato dal live di un artista non conoscendolo bene a priori).
Le comunico la mia timida ammirazione a fine concerto, conquistato anche dal suo morbido fascino, fatto di un elegante caschetto di capelli rossi, di occhi azzurro chiaro, e di un incantevole tatuaggio sul polso sinistro.
La incontro per caso due giorni dopo, a San Francisco, stupiti entrambi per la bizzarra coincidenza, e apprezzo la normalita' e l'umanita' di una ragazza come tante.

Si diceva di Louisville. Tara Jane O'Neil e' parte di quella scena fin dai tempi dei Rodan, il gruppo che di fatto faceva cover di "Spiderland" quando gli Slint non li conosceva nessuno. Ha continuato poi nei Sonora Pine, che scivolarono, anche loro, dai toni slintiani del primo disco a quelli piu' soffici del secondo. "Ho anche fatto l'attrice in quegli anni, in un film indipendente che si chiamava Half-Cocked ed era una parodia dell'indie-rock". Nel cast di Half-Cocked, notiamo come curiosita', anche Ian Svenonius (Nation Of Ulysses), Sean Meadows, Jason Noble e altri musicisti di quel giro (June Of '44, Rachel's).

In parallelo alla militanza nei Rodan, nascono i Retsin. E' il 1993 quando Tara Jane incontra Cynthia Nelson dei Ruby Falls. I Retsin sono la traduzione in musica del rapporto tra queste due ragazze, decise ad una vita timidamente fuori dagli schemi pur di inseguire i propri sogni, e che ancora oggi abitano insieme in un piccolo appartamentino a New York. "Non riesco a vivere di musica. Sono costretta a fare altri lavori, vendere quadri, fare la commessa per vivere, giorno per giorno. Ma l'unica cosa che mi interessa, sempre, ogni giorno, e' la musica" dice Tara. "Cynthia e' il mio angelo custode".

I dischi dei Retsin sono un folk minore, minimo e tenero. Una musica che unisce, emotivamente, la tradizione americana del sud (chiamiamola l'America rurale) e l'intimismo e la sensibilita' che si sviluppano come reazione al caos delle megalopoli (chiamiamola l'America urbana). "New York e' molto particolare. Puo' essere la citta' enorme e alienante, come Los Angeles. Ma a differenza di Los Angeles conserva una dimensione umana, dove puoi conoscere i tuoi vicini di casa...".

I Retsin sono molto maturati con gli anni, soprattutto a livello di messa a fuoco della scrittura, come aveva mostrato il disco condiviso con gli Ida (v. la Discografia) e come ha confermato il recente "Cabin In The Woods".

Ma la chiave di volta del discorso, che ci aveva fatto veramente notare la O'Neil dodici mesi fa, e' "Peregrine". Registrato nel proprio appartamento, suonato interamente da Tara (chitarre, piano, altri strumenti di ogni tipo) tranne qualche tocco di violino e batteria qui e la', "Peregrine" e' un lavoro cardine per il nuovo cantautorato americano. E' il matrimonio di Joni Mitchell con il post-rock, fusione di tutte le esperienze precedenti: gli spasmi chitarristici dei Rodan, l'anima bucolica dei Retsin, e la gavetta dei Sonora Pine.

Un viaggio che parte con "A City In The North", riff di chitarra ostici tipicamente post-rock, voce sussurrata ma melodicamente suadente, creativita' armonica a sostenere il tutto. La forza delle canzoni sta nel loro essere impenetrabili. Il post-rock americano "storico" irretisce l'ascoltatore invitandolo a seguire pieghe e spigoli chitarristici. "Peregrine" spinge a non accorgersene, mettendo in primo piano la natura di "canzoni" delle composizioni.

E' solo in un secondo momento, quando ci si spinge in profondita', che ci si rende conto che quell'impatto morbido era generato da un immenso lavoro "a monte", con le note che sono lasciate cadere in una maniera solo apparentemente casuale. E' questo il caso di "Sunday Song" o della strepitosa "Bullhorn Moon", gioco di chitarre e basso, voci che si doppiano ed effetti in lontananza.

E' anche il disco che mette in luce tutte le doti di interprete vocale di Tara, performer istintiva (nel senso di "poco tecnica") ma capace di far vivere "1st Street" di una tensione inesplosa di emozioni, grazie anche a qualche tocco accorto di produzione (comunque sempre realizzato da lei).

Il viaggio termina nel magma di suoni (chitarre e basso sempre solo sfiorati, violino a punteggiare) di "The Fact Of A Seraph", e nel quieto approdo di "A City In The South". "Sai qual e' il piu' bel complimento che ha ricevuto "Peregrine"? Che sembra un disco fatto da qualcuno che e' innamorato".

A completare il quadro, l'ultimo disco dei Retsin, con un salto di qualita' strepitoso.

L'abbiamo chiamato presente, ma non sparira' in fretta.

DISCOGRAFIA (ALBUM)
RODAN Rusty (Quarterstick, 1993) (7/10)
RETSIN Salt Lick (Simple Machines, 1995) (6.5/10)
THE SONORA PINE s/t (Quarterstick, 1996) (5/10)
RETSIN Egg Fusion (Simple Machines, 1996) (6/10)
THE IDA/RETSIN FAMILY Vol. 1 (Muss My Hair, 1998) (6.5/10)
RETSIN Sweet Luck Of Amaryllis (Carrot Top Records, 1998) (7/10)
THE SONORA PINE II (Quarterstick, 1999) (6/10)
TARA JANE O'NEIL Peregrine (Quarterstick, 2000) (8/10)
RETSIN Cabin In The Woods (Carrot Top Records, 2001) (8/10)