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I'll Just Climb Up To Nowhere
HEATHER DUBY
by Lorenzo Casaccia ©, 2000
"Post To Wire" (Sub Pop, 2000) ha rivelato Heather Duby, un'artista che si colloca nel solco delle grandi autrici rock, da Enya, di cui e' stata definita una versione americana, a Nico, di cui assume a volte il lirismo, fino a Tracey Thorn, sicuramente un modello per il suo splendido contralto, e ai Cocteau Twins.
Il suo disco d'esordio e' sostanzialmente una sovrapposizione scientificamente misurata di vari elementi: la voce della Duby, stratificata, filtrata ed eterea; il contorno di elettronica, ora armonico, ora ritmico, di nuovo fatto di sovrapposizioni; l'incalzare delle percussioni, che e' l'aspetto forse piu' preso in prestito da Enya; i testi, frammenti di amore rassegnato o sconfitto.
Dal punto di vista musicale i meriti vanno divisi con Steve Fisk (produttore di grido a Seattle e meta' Pigeonhead), che ha fatto coppia con la Duby nella realizzazione di quello che e' soprattutto un grande lavoro di produzione (immagino sia difficile replicare dal vivo le versioni del disco, cosi' sottilmente elaborate).I brani spaziano da vere melodie, arricchite dal trattamento in studio, a delle specie di suite, come Halo Sky, che si allontanano molto dalla matrice rock.
Duby e' nata a Portland, ma vive a Seattle da sei anni.
Sei
soddisfatta di come va il disco tra critici e pubblico?
Si', sono piacevolmente sorpresa. Non mi aspettavo un risposta di questo tipo.
E' bello quando un progetto sembra svilupparsi di propria spontanea volonta'
.
Come sei diventata una musicista? Era quello che avevi
sempre sognato?
Non ho mai pensato di potermi guadagnare da vivere con l'arte. Sono sempre stata
attratta da molte forme d'arte, come la scrittura o cose simili, ma e' stato
al college che mi sono resa conto quanto queste cose significassero per la mia
felicita'.
Come sono stati i tuoi anni da teenager? Ti consideri
una persona fortunata?
Guarda, non penso di conoscere qualcuno che ripensi scherzosamente al quel periodo.
Per me non e' diverso. Spero solo di essere riuscita a racimolare una po' di
saggezza dalle ferite e dai problemi dell'adolescenza. Ritengo di essere fortunata:
troppe volte l'aver fatto tante piccole scoperte importanti per caso mi ha portato
dei benefici e non posso pensare diversamente. Oggi come oggi, la mia vita e'
molto piu' mia, rispetto a quando era piu' che altro una forma di reazione a
qualcosa o qualcuno.
Penso che superare gli inganni e i torti che hai subito, in modo che non divengano
un qualcosa che definisce come vivi la tua vita, sia la cosa piu' importante
che ognuno di noi possa fare per se stesso. Certamente non sono la migliore
in questo campo, ma la ricerca di quel tipo di liberta' e' probabilmente il
cambiamento piu' grande che ho incontrato diventando adulta.
Non c'e' una separazione tra la mia vita e la mia musica. La speranza e' che
le due si arricchiscano a vicenda.
Ho letto che quando hai fatto il disco praticamente non
avevi una casa discografica (ha firmato dopo, a disco finito, ndi): mi puoi
raccontare come e' andata?
E' stato tutto molto difficile. C'e' stata molta fiducia da parte di tutti da
entrambe le parti.
I dettagli sono insignificanti, ti posso solo dire che sono stupefatta che il
tutto sia andato in porto. Senza dubbio parecchie volte ho pensato che non sarebbe
successo.
Sei stata paragonata diverse grandi voci femminili e
artiste rock: Nico, Enya, Diamanda Galas, Jane Siberry, Tracey Thorn. Cosa pensi
di questi nomi?
Devo ammettere che sono molto ignorante su molti artisti a cui sono paragonata,
non sono assolutamente un'esperta. Direi che i miei punti di riferimento sono
Tracey Thorn, Elizabeth Fraser, la prima Ella Fitzgerald e Patsy Cline.
Su che strumento componi? Prima le liriche o la melodia?
Suono chitarra e pianoforte. Per la maggior parte compongo sulla tastiera. A
volte all'inizio ho solo una melodia, altre volte e' il testo che mi coivolge
cosi' tanto che forzo o adatto una melodia su di esso. Semplicemente, dipende
da canzone a canzone. mmagino sia cosi' per la maggior parte degli autori.
A mio avviso, il disco e' soprattutto un grande lavoro
di studio. Che aspetto avevano i pezzi prima di andare a registrarli?
L'intero progetto e' durato un sacco di tempo. Le canzoni all'inizio erano
molto elementari, sul mio quattro piste: basso, batteria, tastiera, voce. Poi
passavano tutte attraverso un processo in cui Steve ed io cercavamo di renderci
conto che cosa dovessero essere e che cosa volessero comunicare. Le arricchivamo,
ci fermavamo per qualche settimana, poi, nove volte su dieci, le impoverivamo
di nuovo tentando di trovare un qualche equilibrio. Molto di tutto questo e'
basato sul linguaggio e sullo spiegare a qualcun altro che cosa stai sentendo.
Come sono i tuoi pezzi dal vivo? Qual e' il tuo pubblico
tipico?
Direi che il live show e' diverso, ovviamente c'e' meno l'elemento proprio della
produzione, ma penso che ci sia un'energia piu' grezza. Normalmente canto con
piu' vigore e suoniamo quasi tutto live, solo in qualche pezzo ci sono loops
o samples, piu' che altro sono una specie di allusione all'elemento elettronica.
La band e' con Cody Burns alla chitarra, Bo Gilliland al basso, Michael Shilling
alla batteria, Dawnya Wittenborn alla seconda voce, e Joe Irving alle tastiere.
Joe inoltre programma con me i vari beats.
Ai concerti il pubblico sembra essere sempre diverso: una cosa che mi sorprende
ogni volta.
Suppongo sia un punto di forza dell'album.
I
brani migliori secondo me sono You Loved Me, For Jeffrey e Halo Sky. Trovo quest'ultimo
e' un piccolo capolavoro per voce ed elettronica e fa sorgere il dubbio se collocarti
o meno nella sezione rock...
Sicuramente una considerazione valida
Da dove viene il titolo?
Post To Wire e' un termine utilizzato nelle corse di cavalli. Sono una grande
appassionata di cavalli. Ho una zia che allena cavalli da corsa, e da bambina
di tanto in tanto ci salivo sopra. Per i miei compleanni mi portava a cavalcare
in campagna o cose del genere. Sono tra i miei ricordi piu' belli fino ad ora.
Mi piace inoltre quel che di trascendentale che c'e nella frase, sai, come quando
si usava comunicare per telegrafo, cose cosi'.
Trovo che le tue liriche esprimano un approccio disincantato,
rassegnato all'amore: quanto c'e' di poesia e quanto di realta'?
Queste cose che chiamiamo relazioni interpersonali sono il banco di prova per
verificare quanto possiamo essere meschini con noi stessi o con qualcun altro.
Sicuramente c'e' sempre il potenziale per una crescita, per una illuminazione,
ma a volte mi ritrovo un po' spaesata e
non riesco a raggiungere quella crescita. E' un argomento delicato, naturalmente.
Cosa fai nella vita reale?
Ah, non lo sapevi! Per guadagnarmi da vivere faccio la cameriera, e ho fatto
quel lavoro, in quello stesso ristorante per una cosa come tre anni e mezzo.
Le persone di quel ristorante sono state molto gentili con me, e' un posto parecchio
affollato ed il lavoro e' pesante, ma e' stata una cosa positiva per me fare
un lavoro piuttosto manuale, e concentrarmi sulla mia musica.
Ascolti il rock odierno? Cosa ti piace?
Mi piace molto Mogwai. Trovo grandioso l'album di Breakbeat Era. Mi piace
il drum and bass, faccio fatica a ballare la house al momento, mi sembra troppo
lenta. Juno e' probabilmente una delle band melodiche piu' belle che abbia visto
dal vivo. Yo La Tengo, mi piace anche lo
spacerock, Slowdive...
C'e' qualche band sconosciuta che mi consigli di ascoltare?
I miei amici Voyager One hanno appena finito un album. Se ti piace lo spacerock,
penso sia piuttosto buono. Suoniamo insieme in un paio di show. Il disco dovrebbe
uscire per la Loveless Records, il 7 Aprile.
Quali sono le tue priorita' nella vita?
Non riesco a trovare una risposta: sto ancora cercando di capirlo.
LINK:
Heather
Duby page at SubPop.com