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Da Kafka al gotico elettronico. La musica di un filosofo. La filosofia di un musicista.

BLACK TAPE FOR A BLUE GIRL


by Lorenzo Casaccia ©, 2002


Con una decina di titoli all'attivo, i Black Tape For A Blue Girl hanno aperto nuovi orizzonti al gothic, trasformandolo in un veicolo per meditazioni filosofiche e sperimentazioni d'avanguardia. L'uomo dietro i Black Tape For A Blue Girl e' Sam Rosenthal, che gestisce anche la Projekt, la label per cui hanno pubblicato gruppi come Lycia, Love Spirals Downwards e Soul Whirling Somewhere
Con il passare degli anni, la musica di Rosenthal si e' allargata fino ad assorbire influenze di ogni tipo, a partire da Enya a Steve Roach, fino ad arrivare alla letteratura europea e alla filosofia.
L'ultimo disco dei Black Tape, "The Scavenger Bride", e' stato anche un omaggio a uno dei piu' grandi romanzieri del secolo scorso, Franz Kafka.

"The Scavenger Bride" e' un disco denso di suggestioni "europee": Kafka, Duchamp, Klaus Kinski, Praga. So che sei interessato a Duchamp da parecchio , ma in questo disco il feeling europeo e' sicuramente piu' forte.
L'intenzione era quella di creare un album che si collocasse in maniera precisa nel tempo e nello spazio, il che e' in qualche modo differente dai miei lavori precedenti. L'idea era di far si' che questa collocazione emergesse dalle parole, dalla storia e dalle fotografie. Credo che la mia musica non riguardi il vivere in America nel 2002... Avevo bisogno di un luogo dove collocare la storia. E la Praga di Kafka mi ha sempre interessato parecchio...

Pensi che l'opera di Kafka si leghi ancora con il mondo odierno?
Conosco molto bene Kafka. Ho cominciato a leggerlo nella meta' degli anni '80 ed ho sempre trovato i suoi libri confortanti, quasi incoraggianti.
Penso che Kafka si leghi ancora con il nostro tempo, perche' in fondo e' la storia dell'assurdita' che viene intrappolata dalla burocrazia ("it's the story of the absurd being trapped within the bureacratic"). E questo e' ancora vero oggi. Per me le sue storie sono parabole sul rimanere intrappolati all'interno delle piccole paranoie delle altre persone. Invece di liberarsi, i suoi personaggi si lasciano trascinare dentro a un mondo caotico da cui potrebbero sfuggire...

Mi puoi presentare i tuoi collaboratori sul disco ed il loro contributo? Hai composto il disco con loro in mente?
Dipende dai casi. Ad esempio le parole che Martin (degli Attrition) recita in "The Scavenger Daughter" erano pronte molto prima che la musica prendesse forma. Gli avevo mandato le liriche via mail e gli chiesi di registrarle su un CDr. Poi sono rimaste in un angolo finche' non ho trovato il brano giusto in cui inserirle. Michael (degli Unto Ashes) venne quando il disco aveva gia' preso forma, ed abbiamo improvvisato direttamente in studio.
Per le liriche, scrivo sempre musica e parole allo stesso tempo, e poi preparo dei CDr che mando ai vari musicisti perche' ci si possano esercitare. A volte preparo la linea vocale in maniera estremamente precisa, ad esempio per tutte le parti che sono cantate da Elysabeth.
Altre volte i musicisti hanno dei margini di liberta', ad esempio nel brano "A Livery Of Bachelors", per il quale ricordo di avere dato solo delle indicazioni molto vaghe, del tipo "alla Adrian Belew o alla David Bowie". Poi Athan (degli Spahn Ranch) ha fatto il resto con la sua interpretazione.

Piu' uno ci pensa, e meno la tua musica sembra legata al rock. Hai mai pensato di comporre qualcosa di piu' lungo ed elaborato?
Non ci penso perche' non ho una formazione da musicista classico. Ho l'impressione che se cercassi di comporre qualcosa piu' "legato" alla classica ne verrebbe fuori qualcosa di molto pomposo, un po' come quando Paul McCartney o Billy Joel cianciano di essere diventati "compositori classici".
Riesco ad immaginarmi un John Cale come musicista classico, siccome quella e' la sua formazione. Ma per me l'andare in quella direzione sarebbe sicuramente una forzatura.
Sono contento di comporre la musica che faccio ora e di conivolgere musicisti che hanno una formazione classica per dare forma alle mie idee.
A volte qualcuno mi dice che la mia musica e' "come l'opera lirica", perche' racconto storie grandiose. Mi spiace ma non so niente dell'opera! (ride)

Trovo che il tuo stile, ed il tuo uso della voce con strati di elettronica possa essere paragonato ai primi dischi di Enya.
Ricordo di aver ascoltato i primi due album di Enya quando uscirono. Mi piacevano le stratificazioni della voce, ma in generale non riuscivo a rendermi conto quale volesse essere il contenuto emozionale dei dischi. Mi sembravano "svagati", per cosi' dire... Quindi, si', se per certi versi mi rendo conto che il nostro lavoro puo' essere accostato, ce ne sono altri per i quali sono molto differenti.

Steve Roach fa una breve comparsa sul disco. Lo consideri un'influenza?
No, direi di no. Ho parecchi dischi di Steve, e li ascolto piu' spesso di molti altri, ma non credo di poterlo considerare una influenza. Direi che i miei brani sono piu' strutturati, mentre quelli di Steve sono piu' erratici ed improvvisati, soprattutto dal vivo.

Come anche altri dischi dei Black Tape, "The Scavenger Bride" si propone come un'opera d'arte nel suo complesso, e non solo come una "registrazione" (per i testi, per la grafica). Hai mai pensato ad esplorare anche altre aree, come la poesia o le arti visuali? O magari l'hai gia' fatto ed io non lo so...
In realta' hai ragione. Quando ero all'universita' ho realizzato un video, "Fragments", con una raccolta di filmati che avevo girato. Ho anche un mio libro, "The First Pain To Linger". Ma non mi interessa realmente la poesia in quando tale. Non mi piace leggere poesie, e non mi considero un poeta quando scrivo le mie liriche.
Devo dire che ho questa visione delle cose perche' troppo spesso trovo che le poesie occupino parecchio spazio senza dire nulla. Sembrano andare avanti all'infinito. Mi piacciono i testi delle canzoni perche' ti trovi costretto ad accorciare qualcosa che, da solo, sarebbe piu' lungo e devi farlo stare in un numero fisso di versi, a seconda della struttura della canzone. Costringe l'autore ed essere anche "editore" e a ridurre il materiale a pochi versi ben precisi e focalizzati.
Ecco perche' mi piacciono le liriche e non le poesie.

"Like A Dog / Letter To Brod" e' uno dei tuoi brani migliori di sempre. Come l'hai composto?
Quel brano unisce diversi elementi diversi ed indipendenti. La prima parte viene da un live del '99. L'ultima parte viene da un'altra canzone che alla fine e' rimasta fuori dall'album. Nelle fasi finali della lavorazione all'album decisi di unire tutte le varie parti in un brano solo, in piu' movimenti.
Concettualmente, devi seguire un filo tra "For you will burn you wings upon the sun" (la parte con le liriche), "Tell me you've taken another" e "Like A Dog...": sono una trilogia di canzoni, ognuna con una voce maschile che va "oltre il limite" nel contesto del tema del brano.
Avevo sempre voluto usare la frase "Like a Dog" in un brano, siccome e' l'ultima cosa che K. dice nel "Processo". E' l'ultima cosa che il protagonista canta in Tell me you've taken another" ("do you know this joy of feeling betrayed and left, like a dog?") e ritorna di nuovo in questa canzone, dove il protagonista non di sviluppato appieno emozionalmente e non riesce ad essere sicuro si se', e quindi preferisce una relazione dove e' succube di una donna forte...
E' una sorta di omaggio a Kafka, che e' un po' coinvolto in tutto l'album. Mi sembrava di sentire la presenza di Kafka un po' dappertutto sul disco. Ma non il Kafka a cui pensi di solito, non la burocrazia dei romanzi di Kafka. Piuttosto il romanticismo fallito di Kafka.
Kafka fu un uomo molto insoddisfatto dal punto di vista sentimentale, per il modo con cui si lascio' trascinare da idee sbagliate. Penso che questo album si agganci un poco a questo tipo di influenza romantica, se riesci a capire quello che ti sto dicendo!
Mi piaceva leggere Sartre e gli esistenzialisti, ma, piu' di loro, ho trovato che Kafka fosse legato alle mie idee. Di nuovo, soprattutto per gli aspetti "surreali" della sua opera. Nel "Processo" o nel "Castello", il protagonista potrebbe facilmente "staccare la spina" dalla realta' e rimettersi sulla sua strada, ma non riesce a vedere altre possibilita', non riesce a uscire dal suo labirinto. E questo e' anche un tema di "The Scavenger Bride": la strada che ci porta a sprofondare sembra quella giusta e naturale ma potremmo fermarci, potremmo aver scelto di tornare indietro e cercare un altro cammino.
Mi piace scrivere canzoni quasi al limite della follia, ma non sto dicendo "questo sono io, Sam Rosenthal" o "questo e' un comportamento da tenere". Sto veramente prendendo a prestito le parole di Kafka e dipingendo un personaggio del quale ti venga da dire "Ehi, tieni quel tipo lontano da me !!!". E' una cosa che mi piace.

 

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